domenica 10 novembre 2013

Come per i nostri Max e Salvo

La fotografia di un fallimento chiamato ITALIA


C'è una donna a seno nudo abbandonata sul marciapiede vicino alla stazione centrale. Forse dorme, ma la foto non dà certezze. La certezza è il degrado che le sta attorno. Pattumiera, un bicchiere di carta buttato lì, altre schifezze. La gente cammina, parcheggia fa le sue cose e passa oltre. Come se nulla fosse continua nella sua quotidianità indifferente. Non so se questa sia la foto che rispecchia la condizione di questo paese  però è un'immagine come tante altre che giungono da tutte le città.


Come quella raccontata ieri sulle pagine di cronaca di Repubblica. La storia, più o meno, è la stessa. C'è una donna accasciata sul cofano di un'auto vicino a piazza Sant'Ambrogio. Sta male. E' abbandonata a se stessa, inchiodata dai dolori al petto che una malattia del sistema immunitario le provoca. Non morirà, ma lo sa solo lei che è anche un medico. Chi le passa accanto però non si ferma per aiutarla. Né le mamme che escono dalla scuola con i bimbi, né gli studenti , né i passanti. Nessuno. Nessuno che abbia un sussulto. Nessuno che chiami un'ambulanza.
Questi due fatti, ma ce ne sono tantissimi altri, sono l'esempio di un Paese immobile , dove la gente finge di non accorgersi delle cose che accadono. Dove quasi tutti decidono di non fare, soccorrere, aiutare, interessarsi per evitare seccature, guai, magari un pugno o una coltellata, paura dello sconosciuto, timore che dovrà perdere tempo o giustificare il suo intervento. Certo, ci sono una sacco di persone che si rimboccano le maniche da volontari, che danno una mano e meno male che ci sono. Ma qui stiamo parlando del popolo che cammina per strada, viaggia in metrò, chatta sui telefonini e passa oltre. 
Grande solidarietà sul Web tutti bravissimi a esprimere sgomento e indignazione, molti scetticismo e alcuni addirittura di critica accusando di fini strumentali (e sono quelli che voltano per primi la testa per non vedere). 
Si discute tanto di diritti civili, si fanno battaglie per i registri più vari, per i deboli, gli ultimi, si parla sempre di solidarietà ma poi quando bisogna agire non si trova più nessuno. Si defilano tutti. Sembra quasi un paese a due facce che tanto fa e che molto se ne frega. Però l'Italia è diventata anche un paese che ha paura e non vuole guai. Un paese che si fa i fatti suoi perché molto spesso chi si impiccia finisce male, perché valgono più la prepotenza del senso civico, le maniere forti sulla buona educazione. E così sceglie di restare immobile , permette di essere invasa da torme di profughi, lascia che i propri valori vengano calpestati, affida le proprie sorti a personaggi incapaci e inconcludenti, dileggia e osteggia le nostre FF.AA., e non ultimo, col caso dei nostri Fucilieri del Battaglione S. Marco, permette ad un paese, considerato amico, di sequestrare due Militari in missione comandata.  I politici poi sono il Flash della macchina che scatta questa Fotografia ; Proclami, dichiarazioni, frenetiche consultazioni, verità nascoste, commenti e smentite, scambi di accuse, interrogazioni alle quali se rispondeva pinocchio il naso sarebbe uscito dall'aula insomma si può usare solo un termine:  
FALLIMENTO
Fallimento di un popolo che ha perso i valori fondamentali trasmessoci dai nostri padri. di istituzioni incapaci di gestire situazioni di emergenza. Fallimento di un popolo che non è in grado di saper distinguere chi può fare il bene del paese e che cosa serve al paese.
L'esempio iniziale rende un'immagine reale del menefreghismo e di tanti indignati con chi ci amministra, e che noi abbiamo scelto. In realtà una riflessione toccherebbe a tutti. Le storie di quelle due donne abbandonate sono due immagini di come è diventata l'Italia. E far finta di non vederle è solo ipocrisia ed egoismo.